La necessità di un approccio globale e integrato: il caso di Jenny
Introduzione
In un contesto sanitario in continua evoluzione, la complessità e gli intrecci sottostanti alla salute e al benessere umano sono sempre più evidenti ed è necessario tenerne conto. I modelli di cura tradizionali, spesso isolati e riduzionisti, vengono messi in discussione da una serie di prove provenienti da diverse discipline, ognuna delle quali fa luce sulla multiforme natura della salute e della malattia. Come professionisti della salute, siamo in prima linea in un'epoca di trasformazione in cui un cambiamento di paradigma verso un approccio più completo e integrato alla cura del paziente non solo è vantaggioso, ma è fondamentale per migliorare i risultati, in particolare nei casi complessi e difficili.
Questo articolo presenta un caso clinico che evidenzia il valore e la necessità di un tale approccio. Illustra il quadro clinico di una donna di nome Jenny, che lotta con i problemi interconnessi di dolore cronico, depressione e stanchezza, e altri sintomi piuttosto invalidanti. La sua storia riecheggia quella di molti pazienti che sono intrappolati in un dedalo di condizioni coesistenti e che combattono ogni giorno per trovare sollievo e miglioramento.
Il caso evidenzia l'importanza di guardare ai pazienti come Jenny attraverso una lente più ampia e multidimensionale, incorporando prospettive provenienti da diversi settori, discipline e approcci.
Questo approccio globale favorisce una comprensione più profonda delle esigenze del paziente, permette di formulare strategie di cura personalizzate e garantisce che gli interventi utilizzati affrontino non solo i sintomi apparenti ma anche le cause sottostanti a più livelli.
Focalizzare gli elementi chiave
In questo articolo, piuttosto che cercare di analizzare ogni singolo aspetto coinvolto, concentreremo l'attenzione su alcuni aspetti selezionati che sono rilevanti per il caso di Jenny. Questa decisione riflette la scelta consapevole di fornire una profondità piuttosto che un’ampiezza di analisi (che comunque sarà abbastanza trasversale). Questo approccio ci permette di evidenziare la complessa interazione tra i diversi aspetti della salute fisica e mentale di Jenny, fornendo una prospettiva dettagliata e ricca di sfumature.
Siamo consapevoli che ogni sintomo e difficoltà sperimentati da Jenny potrebbero essere esplorati da una miriade di teorie o approcci, ognuno con le proprie intuizioni e implicazioni. Tuttavia, presentare un'esplorazione esaustiva di tutte queste prospettive avrebbe portato a un documento eccessivamente grande, che avrebbe probabilmente diluito l'attenzione e sviato l’attenzione dal nostro obiettivo.
Abbiamo, invece, scelto di evidenziare alcune delle questioni più rilevanti secondo la nostra prospettiva integrativa. In questo modo, intendiamo evidenziare la potenziale ricchezza e profondità di un approccio integrativo e come questo ci permetta di intrecciare le conoscenze di diverse discipline in una comprensione coerente e completa della salute di Jenny. Questo approccio sottolinea il valore di attingere a diversi campi e mette in evidenza la miriade di strumenti e prospettive che noi, come professionisti della salute, possiamo incorporare nella nostra pratica per migliorare la nostra efficacia e servire meglio i nostri pazienti.
Attraverso questa esplorazione mirata, speriamo di condividere il potenziale di un approccio integrativo, la ricchezza e la diversità delle intuizioni che può offrire e a aiutarti a vedere diversi modi in cui potresti espandere la tua pratica per affrontare in modo ancora più completo le complesse esigenze di salute dei tuoi clienti o pazienti.
Il problema di partenza
Jenny, una donna di 42 anni, si presenta con sintomi di dolore cronico, depressione e affaticamento. Racconta una storia di lavoro ad alto stress come avvocato aziendale e una relazione emotivamente distruttiva nel suo passato. Conduce uno stile di vita sedentario, lavorando spesso fino a tardi e saltando i pasti. Jenny segnala anche un recente aumento di peso di circa 15 kg nell'ultimo anno e l'insorgere di problemi digestivi ricorrenti, tra cui gonfiore e costipazione.
Osservazioni cliniche
La postura di Jenny è incurvata in avanti, il che fa pensare a una mancanza di fiducia in sé stessa, ad altri problemi emotivi o personali e a possibili problemi muscolo-scheletrici o miofasciali. Le sue spalle sono curve e tese, il che probabilmente contribuisce al dolore cronico che riferisce. La sua voce è bassa e monotona, con un modo di parlare indicativo di una bassa autostima e di un pensiero depressivo, che include auto-colpevolizzazione ed espressioni di perdita di speranza. La pelle di Jenny appare pallida, forse a causa della cattiva alimentazione o dello stress cronico. È in sovrappeso. Riferisce inoltre di disturbi del sonno e di scarsa concentrazione, perdendo spesso il flusso dei pensieri durante la seduta.
1 - Flussi mentali e comunicativi
Gli schemi linguistici e i processi cognitivi di Jenny ci forniscono indicazioni interessanti sul suo stato emotivo e sui suoi bisogni. La sua comunicazione è caratterizzata da un tono svilente e da congiunzioni negative, che indicano una tendenza all'auto-colpevolizzazione e al pensiero pessimistico. Utilizza spesso frasi come "non sono capace", "non sono abbastanza brava" e "faccio sempre casini", dipingendo l'immagine di una persona che si vede incapace e immeritevole.
Le sue frasi contengono un'alta frequenza di congiunzioni negative come "ma", "tuttavia" e "sebbene". Queste congiunzioni possono indicare la tendenza a ignorare o sminuire gli aspetti positivi enfatizzando quelli negativi, rafforzando ulteriormente i suoi schemi cognitivi depressivi.
Da una prospettiva di Scienze Integrative, i modelli di discorso e di pensiero di Jenny non sono visti come semplici sintomi di un disturbo di fondo, ma come processi che svolgono un ruolo attivo nella sua salute mentale. Questa prospettiva ci permette di concentrarci sul modo in cui Jenny costruisce le sue esperienze attraverso il linguaggio e sul modo in cui queste costruzioni danno forma alle sue risposte emotive e ai suoi comportamenti.
La comprensione di questi schemi apre una serie di potenziali interventi terapeutici. Lo schema di lavoro dei Flussi e Bisogni può essere utilizzato per identificare e modificare questi schemi e sviluppare un repertorio più ricco.
Possiamo anche utilizzare la tecnica Mind O' Clock (che si concentra sul modo in cui i pensieri fluiscono, indipendentemente dal loro contenuto specifico) per promuovere una maggiore consapevolezza dei suoi flussi di pensiero. Jenny può imparare a osservare i suoi pensieri senza rimanerne intrappolata, riducendo così il loro impatto sulle emozioni e sul comportamento e reindirizzando il suo pensiero verso modalità fisiologiche adeguate all'obiettivo e al contesto.
2 - Flussi posturali
La postura non funzionale e il dolore cronico di Jenny potrebbero essere affrontati attraverso le Emozioni Isometriche, lo Stretching Psicosomatico, l'Accomodamento Interpersonale e altre tecniche di rilascio [per saperne di più trovi info su tutte queste tecniche qui]. Questi metodi, infatti, possono aiutare in modo particolare a ridurre la tensione dei muscoli che sono il risultato di varie forze sinergiche (stress, traumi, postura scorretta, mappe corporee alterate, ecc.).
Inoltre, possiamo lavorare per migliorare l'allineamento funzionale del suo corpo, mettendo in relazione la sua fisiologia con la sua identità, il suo Sé e le sue mappe corporee.
Potremmo anche proporle la tecnica del Reset Vagale per liberare le tensioni non necessarie e suggerirle gli esercizi di Resource Balance per rafforzare i muscoli e il senso di padronanza (sia fisica che mentale), migliorare la flessibilità, aumentare il senso di equilibrio (sia fisico che mentale) e ridurre ulteriormente il dolore.
La sua postura ingobbita potrebbe essere il risultato di un tessuto miofasciale teso, che potrebbe anche contribuire al suo dolore cronico. Le nostre tecniche di rilascio miofasciale psicosomatico potrebbero essere utili per sciogliere questa tensione, migliorare la sua postura e possibilmente ridurre il dolore. Inoltre, informare Jenny sul ruolo della fascia nel mantenimento di una buona postura potrebbe essere una parte utile del suo piano di trattamento complessivo.
3 - Socialità, attaccamento e metacognizione
Da una prospettiva sociale e interpersonale, il disagio psicologico di Jenny può essere inteso come il risultato delle sue difficoltà nel comprendere e gestire i propri processi di adattamento, in particolare nei contesti interpersonali. Questi problemi si manifestano in vari aspetti delle sue relazioni, tra cui le dinamiche di potere, l'attaccamento e il distacco, i traumi relazionali e la regolazione emotiva durante le interazioni sociali.
La storia di Jenny di avere vissuto in una coppia emotivamente abusiva può aver portato a uno squilibrio (reale e percepito) del potere relazionale. Sembra aver interiorizzato un senso di impotenza e spesso si adegua alle richieste degli altri a scapito dei propri bisogni. Il suo linguaggio e i suoi segnali di Accomodamento Interpersonale riflettono un ruolo di sottomissione, suggerendo l'abitudine di mettere gli altri davanti a se stessa, probabilmente per evitare il conflitto o il rifiuto.
Jenny oscilla tra un intenso desiderio di vicinanza e la paura di essere ferita, il che la porta a ritirarsi emotivamente dalle relazioni. Questo schema può contribuire a creare un ciclo di relazioni instabili, rafforzando i suoi sentimenti di inutilità e disperazione. Come terapeuti, possiamo aiutarla nello sviluppo di modalità funzionali di attaccamento o distacco (nel senso di ‘detachment’).
La sua storia di relazione emotivamente violenta può indicare anche un trauma relazionale. Questo tipo di trauma può portare a difficoltà nel fidarsi degli altri e a una maggiore sensibilità alle potenziali minacce nelle situazioni interpersonali. Questo potrebbe indurla a interpretare in modo errato il comportamento degli altri, a percepire come minacciose le azioni benevole e a reagire con risposte emotive sproporzionate. È interessante notare che questi processi sono mediati anche da un eccesso di glutammato nel cervello e da un microbioma intestinale alterato. In ogni caso, dobbiamo ripristinare uno stato fisiologico e sostenerla per trovare nuovi modi di sviluppare la fiducia interpersonale, ad esempio utilizzando gli strumenti offerti dall’approccio delle Relazioni Evolutive. Ad esempio, per affrontare gli squilibri di potere, il terapeuta potrebbe aiutare Jenny a riconoscere i suoi schemi di sottomissione ed esplorarne le radici da una prospettiva neuro-etologica. Potrebbero poi lavorare insieme per sviluppare strategie per spostare gradualmente le dinamiche di potere.
Per quanto riguarda la regolazione emotiva nelle situazioni sociali, Jenny potrebbe avere problemi di timing inadeguato nella gestione delle sue risposte emotivo-relazionali. Ad esempio, potrebbe reprimere i suoi sentimenti quando sarebbe efficace esprimerli (magari per ottenere aiuto o per rafforzare una relazione) o diventare eccessivamente emotiva e aggressiva in situazioni in cui è necessario del tempo per capire che cosa sta succedendo e quali sono le reali intenzioni dell'altra persona. In questo modo potrebbe complicare ulteriormente le sue relazioni interpersonali, causando incomprensioni e conflitti.
4 - Emozioni e Brain Networks
Per aiutare Jenny, dobbiamo anche concentrarci sulle sue esperienze emotive e sulla sua capacità di usare le emozioni in modo adattivo. Il terapeuta aiuterà Jenny a diventare più consapevole delle sue risposte emotive, a capire da dove provengono e a utilizzare queste informazioni per prendere le proprie decisioni senza interferenze negative. Questo può aiutare Jenny a gestire i suoi sintomi depressivi e a migliorare la sua salute emotiva generale.
La più recente teoria costruttivista delle emozioni, basata sull'integrazione di psicologia e neuroscienze, ci fornisce indicazioni su come le emozioni di Jenny siano influenzate dalle sue esperienze passate, dalle aspettative, dalle previsioni (nell'accezione del termine inglese 'prediction') e dal contesto attuale. Questa prospettiva può aiutare Jenny a comprendere e gestire le sue risposte emotive in modo più efficace e fornirle strumenti come i Mondi Paralleli e gli Scenari Possibili per contrastare il suo sistema predittivo quando è inefficace.
Dal punto di vista delle neuroscienze, la depressione di Jenny potrebbe essere legata a un'alterazione delle funzioni cerebrali, compresi i cambiamenti nelle aree responsabili della regolazione delle emozioni come il Salience Network (che comprende l'amigdala, l'insula e altri nodi neurali strategici). In particolare, lo stress cronico e il trauma emotivo di Jenny potrebbero aver influenzato il suo sistema nervoso autonomo, contribuendo alla comparsa dei sintomi.
La comprensione di questi aspetti può essere utile per proporre interventi terapeutici come le pratiche di Mindfulness Integrativa, gli Schemi Funzionali Integrativi, la Modulazione delle Emozioni e dei Comportamenti con i Post-it per migliorare la regolazione emotiva e il funzionamento interpersonale.
Possiamo anche utilizzare le Emozioni Isometriche e altre tecniche per aiutare Jenny a sviluppare la consapevolezza delle sue sensazioni corporee e del loro collegamento con le emozioni, per aiutarla a gestire il dolore cronico e migliorare la sua regolazione emotiva.
5 - Motivazioni e Bisogni
Capire le motivazioni e i bisogni di Jenny può aiutare a impostare il suo trattamento. Ad esempio, se Jenny è motivata a migliorare la sua salute fisica e a riprendere il controllo della sua vita, questa può essere una forte leva per la terapia e i cambiamenti dello stile di vita. Anche l'identificazione delle sue esigenze, come il bisogno di controllo e sicurezza, di attività fisica e di libertà di scelta, può indirizzare l'approccio terapeutico.
Comprendere le motivazioni e i bisogni è un compito complesso, che spesso viene semplificato eccessivamente nei modelli tradizionali. Piuttosto che una struttura lineare e gerarchica, come spesso rappresentato in modelli come la gerarchia dei bisogni di Maslow, le motivazioni e i bisogni sono meglio rappresentati come una rete complessa e non lineare di influenze, con molte interconnessioni e interdipendenze. Questa prospettiva riconosce la natura sfaccettata e dinamica della motivazione umana, prendendo in considerazione fattori fisiologici, psicologici, etologici, relazionali, epigenetici e ambientali.
Nel caso di Jenny, le sue motivazioni e i suoi bisogni possono essere intrecciati in modi complessi che contribuiscono alle sue attuali difficoltà. Ad esempio, il suo bisogno di sicurezza emotiva potrebbe essere in conflitto con il suo desiderio di relazioni intime, data la sua esperienza di relazione emotivamente abusiva. Questo conflitto potrebbe indurre a comportamenti apparentemente contraddittori, come la ricerca di vicinanza e l'allontanamento delle persone, portando a relazioni instabili. Inoltre, il dolore fisico potrebbe agire come una forma di protezione, impedendole di impegnarsi in attività o relazioni che potrebbero minacciare la sua sicurezza emotiva. In effetti, Jenny potrebbe anche incontrare resistenza al cambiamento. Sebbene voglia migliorare la sua salute fisica e mentale, una parte di lei potrebbe opporsi ai cambiamenti necessari per raggiungere questo obiettivo.
Un aspetto importante da ricordare è che se i nostri bisogni non vengono adeguatamente soddisfatti per un lungo periodo di tempo, questo può portare allo sviluppo di disturbi psicosomatici. La connessione mente-corpo è potente e i bisogni emotivi non soddisfatti possono manifestarsi come sintomi fisici. Nel caso di Jenny, il dolore cronico e la stanchezza possono essere visti come risposte psicosomatiche a bisogni non soddisfatti, come il bisogno di sicurezza, autonomia o autostima. Da questo punto di vista, il suo dolore cronico potrebbe riflettere uno stato di molteplici bisogni non soddisfatti per lunghi periodi di tempo.
Affrontare questi bisogni e queste motivazioni può comportare diversi interventi terapeutici. Ad esempio, il terapeuta potrebbe aiutare Jenny a identificare i suoi bisogni conflittuali ed esplorare i vari modi per bilanciarli. Potrebbe anche esplorare le paure relative a un particolare bisogno che potrebbero contribuire alla sua resistenza al cambiamento. In generale, la comprensione delle motivazioni e dei bisogni di Jenny fornisce importanti indicazioni sulle sue esperienze e sui suoi comportamenti. Affrontando questi bisogni in modo più integrato e mirato, possiamo aiutarla a gestire i suoi conflitti, a superare le sue resistenze e a promuovere un'integrazione mente-corpo più sana, favorendo così il suo benessere generale.
6 - Infiammazione, nutrizione e sovraccarico allostatico
Le condizioni di Jenny possono anche essere viste attraverso la prospettiva dell'interconnessione tra salute mentale e processi metabolici. Le Scienze Integrative sottolineano l'importanza della salute metabolica per il benessere mentale, collegando il gap tra psicologia, psichiatria, endocrinologia e scienza nutrizionale.
Il dolore cronico, la stanchezza e i sintomi depressivi di Jenny potrebbero essere legati a una disregolazione metabolica sottostante. Ad esempio, l'infiammazione cronica, spesso associata alla sindrome metabolica, può influenzare le funzioni cerebrali e l'umore, contribuendo ai sintomi della depressione. Inoltre, un'alimentazione scorretta e la salute dell'intestino possono influenzare la produzione e la regolazione di neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina, che svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione dell'umore e nella funzione cognitiva.
Dalla prospettiva opposta, anche le sue difficoltà mentali-emotive possono contribuire alla disregolazione metabolica. Lo stress cronico e la depressione possono influenzare l'equilibrio ormonale, alterare il microbiota intestinale e portare a scelte di vita non salutari, come una dieta scorretta e l'inattività fisica, aggravando ulteriormente la disfunzione metabolica.
Quando guardiamo al metabolismo della mente, dobbiamo considerare il fabbisogno energetico e nutritivo del cervello. I sintomi di stanchezza e difficoltà cognitive di Jenny potrebbero riflettere uno squilibrio energetico del suo cervello. Un'alimentazione scorretta, l'inattività fisica e lo stress cronico possono compromettere la capacità del cervello di produrre e utilizzare l'energia in modo efficiente, influenzando le funzioni cognitive e la regolazione dell'umore.
Affrontare questi aspetti metabolici del trattamento di Jenny può includere interventi come cambiamenti nella dieta, attività fisica, cicli sonno-veglia, tecniche di gestione dello stress ed eventualmente l'uso di integratori alimentari o farmaci per contrastare specifiche disfunzioni metaboliche. Migliorando la sua salute metabolica, possiamo influenzare positivamente la sua funzionalità cerebrale e la salute mentale, fornendo un approccio più completo e integrativo alla sua cura.
Conclusioni
Integrando molte prospettive diverse, possiamo comprendere l'intrinseca interconnessione del sistema umano. Ogni livello del nostro essere, dai processi fisiologici ai modelli cognitivi, dal patrimonio genetico alle esperienze vissute, è inestricabilmente collegato, influenzando ed essendo influenzato l'uno dall'altro. Questa comprensione richiede un passaggio dalle tradizionali strategie di trattamento a compartimenti stagni a un approccio più integrato e integrativo.
Questo articolo è una sollecitazione per tutti i professionisti della salute ad abbracciare un approccio integrato, ad avventurarsi al di là delle proprie specializzazioni e ad apprezzare il vasto panorama interconnesso della salute umana. È un invito a coltivare uno spirito di curiosità e di apprendimento permanente, ad ampliare continuamente i nostri orizzonti e ad approfondire la nostra comprensione dei pazienti o dei clienti che serviamo. È una dimostrazione della forza di un approccio multidisciplinare e del profondo impatto che può avere sul miglioramento dei risultati dei pazienti.
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