Cibo e cervello
Spesso si pensa al cibo come semplice carburante che fornisce energia all’organismo e che può influenzare il peso corporeo, il giro vita, il grasso accumulato. Oppure si considera come possa essere pericoloso per alcune patologie (classici esempi sono grassi e fritti per le malattie cardiovascolari, oppure l’eccesso di zuccheri per il diabete).
Meno intuitivo, ma altrettanto importante, è pensare che il cibo possa influenzare direttamente o indirettamente il buon funzionamento del cervello.
Quello che mangiamo abitualmente, infatti, influisce in modo rilevante sulla risposta del cervello agli stimoli. L’eccesso o la mancanza di alcuni nutrienti può, tra l'altro, ridurre il numero delle sinapsi e indurre uno stato di depressione o, all'opposto, di iper-attivazione.
Ad esempio, numerose ricerche hanno dimostrato che un eccesso di zuccheri nella dieta favorisce stress e ansia, mentre un deficit di grassi omega 3 riduce la plasticità neuronale e favorisce depressione e alterazioni dell’umore.
Non solo, il cibo può influenzare il cervello direttamente ma anche indirettamente attraverso l’interazione bidirezionale tra intestino e cervello. I batteri che colonizzano l’intestino infatti, sono responsabili della produzione di serotonina, dopamina, GABA e altri neurotrasmettitori, molecole indispensabili per il buon funzionamento del cervello.
L’alimentazione gioca, dunque, un ruolo cruciale nel gestire il buon funzionamento del cervello sia nella prevenzione che nella cura delle malattie o difficoltà mentali.